La Cabala Idemiana – o di come la Vanguard ritrovò la sua strada
La cosa che più ci colpì di quel posto, a rifletterci dopo, fu la serenità. I panorami rarefatti, le città deserte, gli abissi marini popolati da placidi giganti… quel mondo viveva a ritmi diversi dai nostri. Anche la ferocia dei due soli che sterilizzavano il terreno e ci inducevano, appena possibile, a cercare un riparo era in qualche modo prevedibile e gestibile.
Solo per questo sarebbe valsa la pena di tornarci. Non per succhiare conoscenze, materiali, minerali; no. Solo per potersi perdere un’altra volta nelle sterminate città disabitate e – magari – ottenere un’altra di quelle rivelazioni che hanno cambiato la nostra vita.
Scendemmo su Idemian rosi dallo sconforto e dal pessimismo, fin troppo consapevoli del miserevole stato della nostra casa in orbita. Trovammo una specie senziente: fredda, imperscrutabile, eppure non ostile. Ci venne consentito di studiarla ed interagire con essa. Mi piace pensare che facemmo su di essa impressione non peggiore di quella che essa fece a noi e che i nostri goffi sforzi furono apprezzati. Al momento di tornare sulla Vanguard ci venne offerto un Patto: uno scambio commerciale, culturale, forse anche mentale tra noi e loro. Non so se compresero che senza quest’offerta saremmo morti tutti. Adesso è come se fossimo rinati… risorti; mondi dai peccati espiati nel sangue a Keplero 831.
Fu anche per questo che quando il capitano dalla vasca di riabilitazione ci pose davanti ad un bivio rispondemmo con una sola voce. La missione avrebbe mantenuto il suo carattere di pace, a dispetto degli Aggressori e della minaccia incombente. Ci saremmo fatti strada con ambasciate e scambi commerciali, non con la guerra e la colonizzazione.
La nave riparata ed anzi più veloce e robusta di prima, ci scagliamo con rinnovata energia nello spazio profondo. Abbiamo ritrovato la speranza e molte cose adesso ci appaiono con occhi diversi. Ma soprattutto, non siamo più soli.
“Eravate molto lontani dalla Verità. Ora, forse, meno” – Ambasciatore Idemiano