DE BELLO LUDICO

2024

ProgettoILO AAR,Generale ISS Vanguard – Episodio VII

ISS Vanguard – Episodio VII

ISS Vanguard

Il mondo dei Visitatori

la missione successiva non prevede l’uso di lander. In uno dei laboratori dell’astronave tecnici e scienziati hanno attivato un portale, una riproduzione in miniatura del reattore della Vanguard. L’ingresso non promette bene e un pochino fa rimpiangere la solida struttura in plastacciaio dei nostri lander: attraversereste una porta che brilla e vibra e scintilla argentea, senza nulla mostrare di ciò che c’è oltre, emettendo un ronzio veramente inquietante? A volte penso che l’incoscienza sia il principale tratto caratteriale per cui siamo stato selezionati. Ad uno ad uno ci tuffiamo nel portale, emergendo in un posto che faticheremo a descrivere in seguito.

*SPOILER ALERT!*

Neanche qui, steso nella cuccetta in cui sto riposando, riesco a trovare le parole giuste. Posso solo dire che se fossimo rimasti ancora qualche ora (ora! Che termine improprio in quel posto…) saremmo tutti impazziti e non saremmo riusciti a tornare.

Mi capireste se dicessi che i miei compagni erano contemporaneamente davanti e dietro a me, e che vedevo me stesso avanzare all’indietro su un terreno che era allo stesso tempo sopra e sotto? O che cavi luminosi sfrigolanti elettricità rotolavano dal basso verso l’alto su colline che s’ingrandivano e rimpicciolivano a vista d’occhio, da cui emergevano tentacoli pulsanti che cercavano di afferrarci? Mi rendo conto, adesso, che le nostre menti e sensi non erano in grado di gestire la realtà di quel luogo e che nel tentativo di incastrarla in categorie note stavamo, inevitabilmente, impazzendo.

Il loop infinito…

Eravamo all’inferno. Passammo un tempo indefinito nel tentativo di uscire da quell’allucinante labirinto che costantemente si ripeteva davanti ai nostri occhi, un tempo reso percepibile solo dalla diminuzione delle scorte e dalla crescente disperazione. L’Ingegnere fu il primo a cedere. La sua mente era ordinata come il mondo che si sforzava di costruire attorno a sé, e davanti al caos che così generosamente gli veniva scagliato addosso si spense e si accasciò.

Ci salvammo grazie a Bojana Peric, che non perse mai la certezza di poter uscire dal labirinto. Ella trovò la soluzione, la logica nascosta per scappare dal loop, e ci strappò dalle grinfie della follia. Quella donna è il motto degli esploratori – “Condurre nell’Ignoto” – fatto persona.

Una volta fuori, in strutture che in altri momenti ci avrebbero riempito di sgomento ma ora apparivano pacifiche e sicure, osservammo il moto cangiante dell’inferno da cui eravamo usciti. Accanto a noi – a una distanza infinita – vi era una radura piena di steli scintillanti, così vicina e lontana assieme.
E’ impossibile, eppure è così.

In quel momento uno dei Visitatori si avvicinò a noi; ma non era lì per noi, no, piuttosto era perso in qualche misterioso obiettivo. Nel vederlo muoversi – e l’ambiente cangiare attorno a lui – capimmo che come noi possiamo alterare la realtà fisica del nostro mondo così loro possono governare la propria, creando sentieri e stabilità al posto del caos letale da noi percepito. Era la chiave per raggiungere le steli, ma non saremmo stati noi a seguirlo.

Stanchi, confusi, nauseati, montammo un rifugio ed attivammo il portale che ci avrebbe permesso di tornare alla Vanguard. Nessuno di noi voleva restare su quel pianeta un attimo più del necessario.

Non ci siamo allontanati da quel sistema solare. A bordo c’è stato un dibattito acceso. Pare che le sezioni volessero scendere nuovamente sul pianeta dei Visitatori per raggiungere le steli e decifrarle, e che l’Ingegneria si sia opposta.

Sembra che abbiano deciso, prima, di esplorare la nebulosa da cui emergono le astronavi degli Arrogatori. La Vanguard stavolta non si ficcherà nei guai come in passato. Il nostro lander migliore è stato potenziato con corazze aggiuntive e nuovi motori. Ogni sezione ha messo a disposizione i propri veterani… tutte tranne la Ricognizione, che si presenta con una ragazzetta appena uscita dal criosonno. Prevedono di fallire? Incoscienza? O forse quel meraviglioso ottimismo che tante volte ci ha tratto dai guai? Lo vedremo… sicuramente non invidio gli uomini e donne che cupi e silenziosi entrano nell’hangar, carichi di armi ed equipaggiamenti.

PRONTI AL LANCIO. TRE – DUE – UNO…

K3-569, diretti verso lo spazio oscuro

Related Post