Gli amici del Ghost Group di Udine, grandi appassionati di wargame a tema aeronautico hanno voluto testare Fast Movers durante la SMGC 2024.
Grazie ai modelli preparati da Flavio de Luca la battaglia aerea, ispirata ai molteplici confronti tra l’aviazione libica di Gheddafi e la Marina degli Stati Uniti, ha potuto esprimersi nella terza dimensione con un effetto scenografico inestimabile.
Ecco la descrizione dello scenario:
Golfo della Sirte – 4 gennaio 1989
Dopo l’estensione unilaterale delle acque territoriali da parte della Libia nel 1973 (con la cosiddetta ‘Linea della morte’ che chiude il Golfo della Sirte alla navigazione internazionale) la tensione si accresce quando gli Stati Uniti accusano la Libia di costruire un impianto per armi chimiche, ed il Presidente Reagan firma l’ordine di inviare la portaerei USS John F. Kennedy nella zona per “esercitazioni”
Nello scontro storicamente avvenuto, 2 F-14 Tomcat degli Stati Uniti distrussero 2 MiG-23 che si erano avvicinati troppo alla formazione navale di cui faceva parte la “Kennedy”.
Ma come si è svolta questo importante playtest? Cerco di raccontarlo con l’ausilio di qualche foto e un po’ di pathos….
Quattro MiG-23 Flogger libici ricevono l’ordine di attraversare l’area di gioco ed uscire dal lato nord, con l’intento evidente di sfidare con il loro avvicinarsi alla Task Force americana la potenza navale rappresentata dalla USS John F. Kennedy. Dall’altro lato, quattro F-14 Tomcat della US Navy sono in volo con la missione di impedire loro di avvicinarsi, ad ogni costo.
Partecipano alla partita due piloti bot, uno per parte, portando il numero totale dei contendenti a otto: tre umani e un bot in ogni squadra.
Le due formazioni, decise a imporre la loro supremazia nei cieli, si avvicinano rapidamente con una velocità combinata di circa una volta e mezza la velocità del suono, pronte a dare il via ad una danza mortale.
Il primo colpo viene sparato da un F-14 prima di incrociare la formazione nemica, ma il missile AIM-9M manca il suo bersaglio, il MiG#1, aprendo la strada a una serie di manovre audaci sopra tutto da parte dei Tomcat, più maneggevoli ed aggressivi. Il leader dei MiG-23 sfugge ad un altro attacco, questa volta da parte di un missile Sparrow, mentre l’F-14 bot, con decisione fredda e calcolata, decide di aggirare la confusione della battaglia tenendosi a bassa quota al di fuori della mischia…
Ma l’azione non si ferma qui: il MiG#1, minaccioso, si dirige implacabilmente verso la Task Force della Kennedy. Due Tomcat lo agganciano con il radar e lanciano con ferocia i loro missili Sparrow, nel tentativo disperato di fermare la sua avanzata. Ma la vera sorpresa arriva quando il Mig bot, guidato dall’istinto del combattente consumato, si lancia in una manovra audace tra due caccia americani, sfidando il destino e dirigendosi verso nord.
Nel frattempo, un altro MiG si unisce alla fuga verso l’obiettivo. Il terzo Mig con un umano ai comandi coglie l’occasione per lanciare un missile R-60 (AA-8) a ricerca di calore verso la coda di un Tomcat che sta inseguendo i Mig in fuga verso nord.
Ma allo stesso tempo, il Tomcat bot arriva a tiro, alza il muso e lancia contro di lui un AIM-9M.
La battaglia raggiunge l’apice quando entrambi gli Sparrow centrano il loro bersaglio, abbattendo il MiG#1 e costringendo il pilota a eiettarsi, per sua fortuna illeso. Due Mig riescono ad uscire dall’area, assegnando la vittoria alla squadra libica, ma il costo della vittoria è salato: anche il terzo Mig, colpito a morte da un missile Sidewinder, si trasforma in una palla di fuoco con il pilota fatalmente ferito nell’eiezione.
Nello scenario i ‘bot’ hanno dato buona prova di se, malgrado la mossa apparentemente ‘pavida’ da parte del ‘bot’ US Navy che invece gli ha dato una posizione vantaggiosa di attacco. Anche il ‘bot’ libico ha effettuato un opportuno ‘switch’ tra l’ingaggiare i caccia nemici e l’obiettivo di uscire dal lato nord.